BETABLOCCANTI
I beta bloccanti sono utilizzati in clinica per il trattamento dell’angina pectoris, per prevenire un attacco e aumentare la tolleranza all’esercizio fisico. I beta bloccanti in particolare il carvedilolo sono utilizzati nel trattamento delle alterazioni del ritmo cardiaco, delle tachicardie e dell’insufficienza cardiaca.
I beta bloccanti contribuiscono anche al controllo dell’ipertensione a scopo preventivo per evitare gli attacchi cardiaci in pazienti che hanno già avuto un infarto. Meno comune è l’utilizzo di questi farmaci per ridurre i principali sintomi dell’ansia, quali preoccupazione, tensione e paura che sono mediati dal sistema nervoso autonomo.
Non presentano, infatti, gli svantaggi degli effetti sedativi degli ansiolitici classici (quali le benzodiazepine che agiscono a livello centrale e quindi del cervello) , agendo principalmente a livello periferico I beta bloccanti per la loro capacità di ridurre la frequenza dei battiti cardiaci e il tremore degli arti e delle mani sono usati negli sport di precisione come il tiro a segno con armi da fuoco e con l’arco, nel curling, il biliardo, il golf.
Effetti avversi
Il più frequente effetto avverso dei beta bloccanti è l’affaticamento dovuto alla riduzione della gittata cardiaca, alla ridotta distribuzione di sangue ai muscoli durante l’esercizio; il freddo alle estremità (mani e piedi) dovuto alla vasocostrizione periferica; i disturbi del sonno. L’uso dei beta bloccanti è controindicato nei casi di asma per la loro azione broncocostrittiva perché potrebbe peggiorare la respirazione e le crisi asmatiche in questi pazienti. L’uso dei beta bloccanti è controindicato anche nei pazienti diabetici perché riduce, mascherandoli, i sintomi dell’ipoglicemia.
Per quanto riguarda lo sport, i beta bloccanti hanno effetti negativi sulle prestazioni fisiche in quanto la riduzione della glicogenolisi nei muscoli scheletrici può portare a una diminuzione dei livelli di glucosio negli esercizi intensi e della disponibilità di acidi grassi liberi causando una comparsa precoce dell’affaticamento.